INTERNAZIONALIZZAZIONE: audizione di organizzazioni e coop

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10 novembre 2011

Si e' svolta due giorni fa in Commissione agricoltura della Camera una audizione sulla internazionalizzazione delle imprese agroalimentari alla quale hanno preso parte i Presidenti della Coldiretti Sergio Marini e della Copagri Franco Verrascina; Giandomenico Consalvo della Giunta della Confagricoltura; Cristina Chirico, responsabile dell'ufficio internazionale della CIA; un funzionario della Confeuro ed un funzionario in rappresentanza di Fedagri-Confcooperatve, Legacoop Agroalimentare  e Agci Agrital. Marini ha sottolineato l'importanza di definire esattamente cosa significhi internazionalizzazione, distinguendola dalla delocalizzazione. Se gli enti deputati al sostegno della prima dovessero invece favorire la seconda, ha detto, sarebbe meglio chiuderli. Il riferimento di Marini e' alla Simest che - ha detto - finanzia "direttamente o indirettamente la produzione e la distribuzione di prodotti alimentari che non hanno nulla a che fare con il tessuto produttivo del nostro Paese", compiendo un'azione di sostegno a quell' "italian sounding" che anche il Ministro delle Politiche agricole Saverio Romano ha definito fenomeno ingannevole e scorretto. Per Verrascina, la leva dell'export va usata meglio e di più, perseguendo strategie che permettano di "presidiare" quegli specifici segmenti di mercato in cui il nostro Paese eccelle. Il tutto però, senza dimenticare le piccole e medie aziende famigliari che - ha ricordato Verrascina - producono "una parte non irrilevante delle produzioni pregiate" grazie alle quali "l'Italia è apprezzata nel mondo". L'internazionalizzazione - ha fatto presente Consalvo - "è ormai un fenomeno inevitabile ed anche auspicabile, sia per le imprese che per i Paesi". Per la Confagricoltura, è necessario sostenere l'attività di internazionalizzazione delle imprese italiane e in particolare di quelle che, seppure strutturate per l'export, hanno difficoltà di penetrazione nei mercati esteri agendo individualmente. Nel commentare le audizioni, il Presidente della Commissione agricoltura Paolo Russo, ha anch'egli fatto presente che "non è pensabile intendere l'internazionalizzazione come delocalizzazione di lavorazioni utilizzando l'italian sounding come specchio per le allodole a tutto danno della filiera agricola italiana". Secondo il parlamentare del PdL, "l'occasione della revisione della mission dell'ICE e la nuova formula organizzativa prevista rendono necessaria una riflessione che riguardi tutto il sistema: dalla Sace alla Simest, da Invitalia all'ex ICE, da Buonitalia a tutte le agenzie regionali che troppo spesso rendono parcellizzata e fuorviante la proposta agricola italiana". Dello stesso tenore la riflessione di Susanna Cenni (PD): "da un lato in questo Paese si varano importanti provvedimenti a tutela della tracciabilità e del made in Italy, rigorosamente senza risorse, dall'altro, in una fase così difficile per la nostra economia si destinano risorse pubbliche al sostegno di imprese di trasformazione e a iniziative che evocano “l'italian sounding”, ma che utilizzano materia prima non italiana". Cenni a questo proposito ha ricordato l'interrogazione da lei presentata su questo tema insieme a altri deputati del PD.


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