Agra Press sulla Conferenza Stampa di Legacoop Agroalimentare

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25 marzo 2011

Giovanni Luppi e Giuseppe Piscopo, Presidente e Direttore di Legacoop Agroalimentare, hanno presentato questa mattina alla stampa una serie di dati di preconsuntivo del 2010 elaborati da Francesco Rinaldi, sulla base di un campione rappresentativo di aziende associate. Sulla base di questa analisi - ha affermato Piscopo - l'agroalimentare si conferma come una "forza aciclica", che mantiene volumi e fa lavorare persone. Cio' avviene a maggior ragione nelle cooperative e questo fenomeno dovrebbe essere tenuto in considerazione dal Governo che, invece, ignora il segnale perche' continua ad avere un giudizio aprioristico sul ruolo della cooperazione, ha detto il Presidente. Il campione analizzato - ha precisato Piscopo - non e' scientifico ma significativo in termini di fatturato. Un dato importante che e' emerso dall'analisi e' quello che riguarda l'export che cresce in percentuale piu' del doppio della crescita complessiva. Inoltre due terzi delle cooperative analizzate registrano il fatturato in crescita mentre solo un terzo denuncia un calo. In particolare va bene il settore vitivinicolo. Tra le cooperative analizzate, che rappresentano oltre il 50 per cento del fatturato di tutte quelle associate, 28 chiudono il 2010 in utile; 8 in pareggio e 4 in perdita. Piscopo ha anche fornito alcune indicazioni relative alle aspettative per il 2011. Dall'analisi fatta, 17 cooperative prevedono una ripresa; 18 rimangono stabili e 2 denunciano una situazione critica. Tendenze, queste ultime, ha precisato il Direttore di Legacoop Agroalimentare che sono confermate dalle tendenze patrimoniali che segnalano un indebitamento stabile e da una crescita del patrimonio netto. Luppi ha chiarito che il buon andamento delle cooperative agroalimentari non si gioca sulla riduzione della qualita' delle produzioni o sui licenziamenti ma sull'esportazione. Ambito nel quale sono forti soprattutto le cooperative del vino, dell'ortofrutta e della salumeria. "A differenza di altri modelli imprenditoriali noi abbiamo teso a non fare ristrutturazioni per garantire la tenuta sociale ma all'uscita della crisi avremo concorrenti piu' competitivi". Percio' "vorremmo che la politica ne tenesse conto perche' se no il giochino non puo' durare", ha ribadito il Presidente di Legacoop Agroalimentare. "Noi non delocalizziamo, siamo cooperative radicate sul territorio, non come chi fa suini in ungheria", ha detto Piscopo sottolineando che l'obiettivo delle cooperative agroalimentare e' di esportare cibo italiano all'estero. Ma per farlo - ha aggiunto il Presidente - bisogna avere dimensioni importanti. "Noi non dobbiamo tanto mettere insieme sigle ma lavorare perche' le coop che fanno lo stesso mestiere si mettano insieme come e' avvenuto per esempio con il lambrusco. Non farlo non farebbe onore ai gruppi dirigenti", ha spiegato il Presidente convinto che alleanze potrebbero essere trovate anche con aziende non cooperative. A questo proposito Luppi ha citato la joint venture tra la cooperative Unibon e l'azienda Senfter holding ag che ha dato vita alla Grandi Salumifici Italiani spa. A proposito della parmalat Luppi ha sottolineato che "non sarebbe un bene che non si potesse costruire un progetto italiano" ed ha aggiunto che "il governo italiano sta agendo bene, che la politica sta agendo bene". "Poi non so se il governo e' arrivato tardi", ha aggiunto. Infine il Presidente di Legacoop Agroalimentare ha fatto alcuni riferimenti agli eccessi burocratici che gravano sul settore agricolo ed ha detto di essere in ansiosa attesa dei risultati del censimento agricolo perche' "se dovesse risultare che le aziende agricole che fanno cibo sono 500 mila" bisognerebbe subito chiedersi se il modello di politica agricola possa essere "sempre lo stesso". "Se la politica vuole essere di servizio - ha concluso Luppi - deve convocare gli stati generali dell'agroalimentare".




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