MONTAGNA: COOPERATIVE FORESTALI, 20 MILIONI DEL PSR GIA’ STANZIATI MA NON UTILIZZATI

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18 ottobre 2010

Agci, Confcooperative e Legacoop Marche, fondi fermi da tre anni solo per problemi procedurali

Fermo l’Orologio di Fonte Avellana, già donato  al governatore Spacca, che segna lo sviluppo sostenibile nella regione

A rischio i 300 posti di lavoro delle 25 imprese associate al Consorzio Marche Verdi

Ancona, 9 ottobre 2010 – Le lancette dell’orologio di Fonte Avellana, il simbolo dello sviluppo sostenibile nelle Marche, si sono fermate. Ci sono, infatti, 20 milioni di euro già stanziati per gli interventi di manutenzione del territorio e della montagna e per la difesa dell’ambiente ma che non vengono utilizzati. Sono le risorse previste, già da tre anni, dal Psr-Piano di sviluppo rurale 2007-2013 per le misure destinate al settore forestale. La denuncia arriva da Stefano Burattini, presidente di Agci Marche, Mauro Scattolini e Teodoro Bolognini, responsabili del settore Agroalimentare di Confcooperative e di Legacoop Marche, che chiedono al presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, al Governo regionale e, in particolare, all’assessore all’Agricoltura, Paolo Petrini, e all’autorità di gestione del Psr, l’utilizzo immediato di questi fondi fondamentali per l’esistenza della rete delle 25 cooperative forestali attive nella regione in trent’anni di specializzazione e di professionalità, associate nel Consorzio Marche Verdi, che occupano 300 persone fra operai e tecnici, un sistema economico e sociale gravemente danneggiato da una situazione di stallo. Una rete di imprese che fa sì che, nelle Marche, a differenza di altre regioni, non ci sia un solo lavoratore alle dirette dipendenze di un Ente pubblico, gli interventi a carattere pubblico su superfici forestali in zona montana, rurale ed alta valenza naturalistica sono eseguiti da personale che non grava in alcun modo sull'amministrazione pubblica consentendole un notevole risparmio in termini di risorse e di organizzazione.

Queste cooperative, però, basano la propria attività su quegli appalti e lavori pubblici finanziati, in primo luogo, dai fondi comunitari essendo opportunamente qualificate in base alla normativa vigente. Operano anche sul mercato pubblico e privato, in regime di concorrenza con altre imprese assumendosi l'onere, in termini di rischio d'impresa, di garantire ai propri soci e dipendenti reddito ed occupazione, proprio nelle aree più marginali della regione e in un settore, come quello della manutenzione del territorio e della tutela dell'ambiente, su cui ricadono in misura più incisiva le misure comunitarie. Non si può, quindi, parlare di alcuna forma di assistenzialismo: ne è prova il fatto che le cooperative hanno, comunque, resistito fino ad oggi, attraversando un periodo di quasi quattro anni privo di risorse comunitarie. Ma le difficoltà, a questo punto, stanno determinando un ormai insostenibile calo dell'occupazione costringendo diverse cooperative a considerare l'ipotesi di cessare la propria attività. Questi posti di lavoro verranno, quindi, messi a rischio proprio dalla mancanza dell’utilizzo di questi fondi comunitari e per i quali è già stato previsto uno specifico articolo della legge Finanziaria regionale 2010, l’articolo 26, che nel “Progetto Appennino” definisce le azioni necessarie alla stabilizzazione di questi addetti oltre che all’incremento del settore e dell’occupazione. Un progetto che dovrebbe essere gestito direttamente dalla Regione, in collaborazione con le cooperative forestali e con gli Enti locali interessati, ma di cui, a dieci mesi dalla sua approvazione, ancora non si sa niente.

Secondo Agci, Confcooperative e Legacoop Marche, in un periodo di crisi come quello attuale è intollerabile che risorse già stanziate siano bloccate e restino, a tutt'oggi, non utilizzate. Nessuna questione di ordine procedurale può consentire e giustificare il blocco, per oltre tre anni di finanziamenti, già approvati. Né, tantomeno, è possibile sostenere che nella nostra regione, d'un tratto, non vi siano più soggetti professionali e imprenditoriali in grado di attuare le misure forestali previste dal Piano di sviluppo rurale, gli stessi soggetti che, fra l'altro, hanno dimostrato una riconosciuta correttezza ed efficienza nell'applicazione del concluso Psr 2000-2006 tanto che, per i risultati ottenuti nel settore forestale, la rimodulazione dei fondi di fine programmazione ha permesso di ottenere altri 5 milioni di euro. Il mancato impiego dei fondi del nuovo Psr provocano la mancata manutenzione del territorio rurale e montano, dove, peraltro, scarseggia qualsiasi altra risorsa regionale o statale per la riduzione del rischio idrogeologico, la drastica riduzione dell'occupazione, proprio in zone che già scontano le pesanti conseguenze sociali di crisi produttive del comparto industriale, come il fabrianese. Una situazione sempre più drammatica che, in mancanza di segnali concreti, spingeranno le Centrali cooperative Agci, Confcooperative e Legacoop Marche a riprendersi l’Orologio di Fonte Avellana, donato al governatore Spacca nel maggio 2009 e che ora è simbolicamente presente nella Sala della Giunta regionale a Palazzo Raffaello ad Ancona.




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