Granlatte: “si chiude un anno difficile per la filiera del latte fresco, ma il risultato di bilancio è; positivo”

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24 maggio 2010

L’Assemblea dei soci di Granlatte, la cooperativa che controlla Granarolo Spa con il 77,5 % delle azioni, ha approvato il bilancio al 31.12.2009 che archivia una delle annate più difficili per la produzione agricola e per il comparto lattiero-caseario.
Dopo un 2008 ancora interessato da spinte inflattive sulla materia prima, il 2009 ha segnato un brusco crollo delle quotazioni del latte alla stalla, mettendo a dura prova l’equilibrio della componente agricola della filiera, che ha risentito anche della crisi del Grana Padano.
Nonostante le tensioni che hanno pervaso il comparto, la cooperativa Granlatte – capofila della più grande filiera italiana del latte direttamente partecipata dai produttori - è riuscita ad assicurare ai propri associati (oltre 684 allevatori e 14 cooperative) una remunerazione della materia prima decisamente superiore alle quotazioni di mercato. Nelle regioni del Nord, dove lo scorso anno il latte alla stalla veniva battuto a 28 euro/hl, il prezzo medio liquidato da Granlatte per il latte di Alta Qualità è stato di 42,63 euro/hl Iva compresa (per il latte biologico 48,36 euro/hl Iva compresa). Nelle aree del Sud, che oggi vedono la più alta concentrazione della base sociale della cooperativa, il prezzo medio riconosciuto ai conferenti è stato di 45,75 euro/hl Iva compresa.
Nel 2009 Granlatte ha raccolto complessivamente 4.345.448 hl di latte crudo, in diminuzione rispetto al 2008 “A causa del calo dei volumi commercializzati dalla controllata Granarolo Spa - spiega Gianpiero Calzolari, presidente di Granlatte - che assorbe il 96% dei conferimenti della cooperativa ed è impegnata a far fronte al fenomeno della crescita della marca privata, che sta sconvolgendo il mercato e pregiudicando la tenuta della produzione lattiera nazionale”.
Per il duplice effetto del calo delle quotazioni e della riduzione dei volumi di vendita, il giro d’affari della cooperativa è passato da 237.339.114 euro nel 2008 a 182.758.388 euro nel 2009; una flessione compensata degli interventi per il miglioramento dell’efficienza a livello di gruppo e dai buoni risultati della gestione, che infatti hanno consentito una chiusura di bilancio positiva, con un utile netto pari a 1.139.131 euro, destinato principalmente a riserva straordinaria. L’assemblea ha espresso soddisfazione anche per i risultati della controllata Granarolo Spa, conseguiti in virtù del piano di ristrutturazione industriale. “In un mercato che ormai ha abituato anche il comparto agricolo a forti turbolenze - ha dichiarato Gianpiero Calzolari - la nostra strategia improntata alla ricerca di equilibrio tra le diverse componenti della filiera, all’interno di un unico gruppo legato ad un marchio apprezzato dai consumatori, sta premiando la cooperativa in termini di stabilità, solidità e affidabilità, come testimoniano anche i risultati di questo bilancio”.
“Siamo dispiaciuti di non aver potuto accogliere le numerose richieste di adesione pervenute da aziende agro-zootecniche italiane - ha concluso il presidente - ma non vogliamo fare promesse che non potremmo mantenere, specie in un contesto in cui l’assenza di una politica agroindustriale nazionale espone la nostra filiera a tensioni fortissime, che purtroppo non trovano adeguate risposte.Auspichiamo in un cambiamento di prospettiva, sia da parte delle istituzioni, sia da parte delle organizzazioni, per evitare che il rischio di banalizzazione che sta correndo il latte fresco italiano, un prodotto che costituisce la fonte di reddito di migliaia di persone, non conduca zootecnia del nostro Paese verso una deriva senza ritorno”.




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