Apofruit: lo stabilimento di Longiano (per oltre 7 milioni di euro) ne fa il complesso produttivo più; importante in Italia per la lavorazione di frutta e verdura bio

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25 maggio 2009

Da sabato 16 maggio il Biologico italiano è più … ricco! Perché Apofruit Italia ha inaugurato il più ampio stabilimento per la lavorazione dell’ortofrutta Bio in Italia e perché innova i prodotti ortofrutticoli freschi di quarta gamma con zuppe e minestrone freschi pronti in pochi minuti (primi in Italia).
L’Italia con circa 1,2 milioni di ettari, 45.000 aziende agricole e 5.700 imprese é il primo produttore di biologico in Europa e il quinto nel mondo.
Il biologico con un valore di 1.900 milioni di euro rappresenta circa l’1% della spesa alimentare italiana, una percentuale che fa sperare in uno sviluppo, se si considera che con 30 euro pro capite l’anno, siamo ben al di sotto della spesa annua di altri Paesi europei, come Danimarca (125 Euro), Svizzera (105), Austria (90) e Germania (68 Euro).
Antonio Orsero, di GF Group, intervenendo a Longiano, ha sottolineato che «nel mercato odierno, a volte, vale di più collaborare che competere». E lo diceva riferendosi all’accordo con Apofruit Italia che ha portato Fruttital (del GF Group) ad acquisire il 9% di Canova, la società di Apofruit Italia che vende il biologico, ed è licenziataria esclusiva del marchio Almaverde Bio per la frutta e la verdura fresche e di IV gamma. L’intervento di ampliamento ed adeguamento dello stabilimento di Longiano è stato di 7 milioni di euro con il raddoppio delle superfici, un nuovo capannone, 24 nuove celle frigorifere(della capacità di 65 mila quintali), nuove linee ad alta tecnologia per la lavorazione del biologico, una sala di lavorazione (con un avanzato impianto di pre-calibro per kiwi, pesche, nettarine e susine) e un’area di circa 1.000 mq dedicata a ritiro, stoccaggio e lavorazione della frutta fresca di IV gamma. Lo stabilimento è dotato di un impianto fotovoltaico della capacità di 300mila kilowatt all’anno collocato sul tetto delle celle frigorifere, che rafforza l’impegno di Apofruit verso la produzione di energia rinnovabile. «Nell’insieme -sostiene Enzo Treossi, Presidente di Apofruit- si tratta di un intervento che, oltre ad incrementare la nostra attività nel cesenate, ha aumentato del 20% l’occupazione».
Non solo, perché, come ha sottolineato Orsero «I mercati cercano interlocutori solidi. Il Bio è certo una nicchia,ma ha bisogno di un marchio forte e Almaverde Bio lo è, così abbiamo scelto di “entrare” nel mercato attraverso Canova e il marchio Almaverde. Va considerato che GF Group e Frutital sono presenti in altre parti del mondo e che l’accordo con Apofruit porterà sinergie sul piano internazionale, ad esempio si sta lavorando per una Società in Francia che coinvolga aziende d’oltralpe».
«Ampliando ed ammodernando Longiano –aggiunge Renzo Piraccini, Direttore generale di Apofruit- vogliamo portare il Bio in Europa, ma allo stesso tempo confermiamo le nostre caratteristiche di cooperativa. Stiamo muovendoci anche in Grecia, Spagna e Benelux consapevoli che collaborando con una grande società privata come GF contiamo di fare un salto di qualità ».
Va detto che nel 2008 il fatturato di Canova è stato di 42 milioni di euro (+4% sul 2007), di cui 16,4 milioni a marchio Almaverde Bio con un +16,9% sul 2007. Almaverde Bio Italia, società consortile che associa 8 imprese italiane licenziatarie del marchio in esclusiva per il proprio settore merceologico, nel 2008 ha realizzato un fatturato di 24,3 milioni di euro (+8,7% sul 2007). Anche nel 2009 il trend si mantiene positivo con il primo trimestre che segna un +5% sul 2008.
«Sono scelte giuste che hanno portato a costruire un marchio espressione dei produttori, perché consentono la crescita del settore –ha precisato Tiberio Rabboni, Assessore regionale all’Agricoltura- se poi pensiamo alla strada fatta, da quando come Regione abbiamo avviato la Lotta integrata e poi la Biofabbrica ed oggi siamo ai piani di filiera». Soddisfazione per quello che è un successo della cooperazione ha espresso anche Giuliano Poletti, Presidente di Legacoop: «La nostra differenza - ha aggiunto – sta nel mettere assieme uomini e donne per trovare un punto di convenienza. E questo vuol dire non fare la guerra agli altri produttori o a quelli esteri, in un sistema complesso di mercato non possiamo chiuderci in Italia». Almaverde Bio, il marchio leader nel mercato italiano del biologico, allarga le proprie proposte. Oltre all’ortofrutta fresca, alle carni, alla frutta secca, ai succhi, alle passate ed alla pasta, ci sono le zuppe e i minestroni freschi, pronti al consumo con 3 minuti sui fornelli, in confezioni da 620 grammi (due porzioni) conservabili fino a 12 giorni in frigorifero. Prodotti con componenti coltivati secondo i disciplinari di produzione biologica, lavorati, precotti, che consentono di avere a disposizione piatti ricchi supermercati- zuppe fresche di verdura, cereali e legumi; minestroni freschi con svariati tipi di ortaggi più legumi; passati di verdure fresche. Anche i processi di produzione sono rigorosamente biologici. Freschezza e qualità garantite dalla produzione biologica sono le caratteristiche delle confezioni di frutta fresca già tagliata e pronta al consumo (quarta gamma) contenenti mix di frutta, oppure ananas a cubetti, cocco e mele in pezzi,melone e cocomero a cubetti, consumabili con estrema facilità in qualunque situazione. La frutta fresca a pezzi di Almaverde Bio, conservabile in frigorifero per sei o sette giorni è disponibile in diverse confezioni (dai 100 grammi ai 2 kg), ovvero, dalla monodose a quella per la ristorazione collettiva, è reperibile nei supermercati, nei canali del catering o attraverso distributori automatici nei bar, nelle scuole, nei luoghi di lavoro. Apofruit Italia -Gruppo ortofrutticolo cooperativo, con 4.100 soci, 12 stabilimenti di produzione in varie regioni d’Italia, 6 centri di ritiro e stoccaggio, un volume di 280.000 tonnellate di prodotto per 230 milioni di euro, 165 dipendenti fissi e 2.240 stagionali.




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