Intervento di Campli al CESE

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6 novembre 2008

Europa: l’Unione Europea di fronte alla sfida alimentare mondiale; l’intervento

di Mario Campli alla seduta plenaria del CESE

 

 

L’unione Europea di fronte alla sfida alimentare mondiale. Questo il tema della seduta plenaria del CESE, Comitato Economico e Sociale Europeo, svoltasi a Bruxelles il 23 ottobre.

Pubblichiamo, di seguito, il testo dell’intervento di Mario Campli, consigliere del CESE, nel dibattito generale per l’approvazione del “parere esplorativo” sullo stesso tema, richiesto dalla presidenza francese.

“Porre l’Unione Europea di fronte alla sfida alimentare mondiale, significa che l'Europa consapevolmente pone una sfida a se stessa. Una sfida chiaramente e squisitamente di carattere politico-strategico.La questione alimentare nel mondo NON è infatti un problema di politica di settore; è invece una questione di strategia politica tra U.E. e mondo.

Confondere la questione alimentare con la questione agricola è un errore in sè e soprattutto di prospettiva.

I caratteri di questa sfida stanno nell'intreccio strutturale (cioè permanente, non episodico e neppure emergenziale) delle quattro sfide: alimentare, energetica, climatica, finanziaria.

Finanziaria, certamente: mi riferisco alla calata dei fondi di investimento sul mercato delle commodities agricole; per cui, le variabili che fino ad ora consentivano il governo del mercato mondiale dei cereali -ad esempio- sono oggi eclissate dagli interventi, massicci e fulminei, dei capitali speculativi, che si muovono fuori di ogni logica tipica della produzione e del commercio

dei beni alimentari.

La attuale modernità della questione alimentare sta in quell'intreccio ormai inscindibile.

La conseguenza, in termini politici è che le quattro sfide oggi, e nel futuro, vanno governate contestualmente. E per governo intendo: la negoziazione del conflitto e delle regole.

Un parere esplorativo deve esplorare: incamminarsi, cioè, in percorsi poco noti. Un ponte tra la società civile europea e i governi ha il dovere di congiungere paure e inquietudini della gente che rappresentiamo con una politica che spesso appare distante; oppure tende a settorializzare e a parcellizzare... fino alla prossima crisi.

Ma se questo approccio è condiviso, noi europei dobbiamo acquisire in fretta nuove consapevolezze.

Di fronte alla professione agricola ed ai cittadini e alle cittadine dell'UE ci sono contestualmente due responsabilità: una è quella di contribuire a rispondere alla crescita della domanda mondiale di beni alimentari; l’altra è di farlo con strumenti e regole interni non distorsivi. Solo così essa può spendere efficacemente e anche con la dovuta durezza il potenziale negoziale nei Commerci internazionali, per la salvaguardia delle sue specificità e del suo know how.

Sono due le confusioni, dunque, da evitare: nel mondo, la riduzione della questione alimentare alla questione agricola; all'interno dell'Unione, la riduzione della questione agricola alla Politica Agricola Comune.




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