NASCE LA BANCA DELLA TERRA, NE PARLA PISCOPO, DG LEGACOOP AGROALIMENTARE

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20 giugno 2013

Intervista di Letizia Martirano In tempi di crisi è d’obbligo cercare soluzioni il più concrete possibili. Legacoop agroalimentare sta lavorando attorno alla possibilità di mantenere produttivi i terreni agricoli dei soci attraverso l’istituto della Banca della Terra con conseguenze interessanti sia in termini di ampiezza aziendale sia di creazione di nuove cooperative. Ne parla in questa intervista il direttore generale Giuseppe Piscopo.  Vuole spiegare cosa state organizzando? Nella nostra assemblea dei delegati del marzo 2012, che ha rinnovato gli organi, il Documento politico conteneva tra i suoi obiettivi il progetto Banca della Terra. Come responsabile politico è stato nominato Roberto Negrini, membro della Presidenza nonché Presidente dell’associazione Toscana delle cooperative agroalimentari della Lega delle Cooperative. Da dove nasce l’idea? Nasce da un’analisi a campione sulla composizione della base sociale e delle dimensioni aziendali delle nostre cooperative di conferimento. Da questa analisi emerge un dato, peraltro simile a quello del censimento dell’agricoltura: l’età’ media è alta perché si aggira intorno ai 60-70 anni. E quello che succede quando il conduttore cessa la propria attività, visto che nella maggior parte dei casi non c’e ricambio automatico, non è’ positivo. Vale a dire? Il rischio è l’abbandono delle terre coltivabili con effetti negativi sotto tanti punti di vista. Un fenomeno che, peraltro, genera un’incongruenza: si perde terreno agricolo in un momento un cui c’è bisogno di produrre di più. C’è, ovviamente, anche una preoccupazione più di parte: una cooperativa che perde soci perde potenziale di conferimento. Ne consegue che gli impianti delle cooperativa di raccolta, trasformazione, commercializzazione rischiano di essere sottoutilizzati. E questo non è positivo in un momento in cui c’è bisogno di efficienza e competitività per assicurare liquidazioni migliori ai soci. Che dimensioni ha il fenomeno dell’abbandono? Abbiamo provato a fare una proiezione sui prossimi dieci anni. Emerge un rischio potenziale di perdita del 30 per cento della produzione e quindi di conferimento. Anche per questo abbiamo pensato alla Banca della Terra. Ci spieghi come funziona. In Toscana stiamo portando avanti un progetto pilota che riguarda già dieci cooperative nel cui ambito sono state costituite le Banche della Terra. I soci che hanno terreno da mettere a disposizione comunicano, se vogliono, alla banca le quantità disponibili mentre il socio che ha bisogno di terra - spesso sono giovani - comunica il proprio bisogno e su quale base giuridica vuole che avvenga la transazione.  Qual è il vantaggio? Oltre, come le dicevo, a non disperdere terreno agricolo i coltivatori esperti possono migliorare la propria situazione con ampliamenti poderali mentre i nuovi hanno opportunità di lavoro e possono muoversi in una situazione già organizzata mettendo insieme pezzi che rischiano abbandono. L’altra ipotesi è che gli ettari a disposizione siano gestiti da una cooperativa di conduzione di nuova costituzione con una base sociale prevalentemente formata da giovani.  Qual è il vostro obiettivo? Con la Banca della Terra vorremmo dare risposte di carattere generale: mantenere in coltivazione il maggior numero di terreni possibili contrastando così i fenomeni di abbandono. Ma, le ho già spiegato, c’è poi l’interesse della cooperazione che potrebbe in futuro avere problemi a causa della riduzione del volume dei conferimenti. Fenomeno che già sta dando dei piccoli indiretti segnali. Infine la Banca della Terra è un modo di dare risposte sia ai giovani cooperatori che hanno aziende che potrebbero crescere in dimensione sia a giovani che si vogliono avvicinare in modo non avventuroso e offrendogli una prospettiva commerciale già esistente. L’ultimo obiettivo è promuovere nuova cooperazione. Ciò fa parte della nostra missione e siamo così ambiziosi da perseguirla insieme ad altri quattro obiettivi. Sulla Banca della Terra esiste già un sito internet http://www.labancadellaterra.it/home/faq (che presto sarà implementato diventando a carattere nazionale), abbiamo il sostegno di Coopfond (il fondo mutualistico di Legacoop) per quello che riguarda il finanziamento dello studio e della promozione del progetto in tutte le Regioni. Partendo dalla positiva esperienza toscana vorremmo arrivare nei prossimi anni a costituire 150/200 banche della terra in altrettante cooperative nostre associate. FONTE: Agra Press


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