Cooperazione agricola: nel nord-ovest e in Emilia Romagna si concentra il 48% del fatturato e il 28% delle imprese

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28 novembre 2011

Fatturato e addetti delle cooperative agroalimentari italiane sono sempre più concentrati nel nord del Paese. Lo mettono in evidenza gli ultimi dati del rapporto della cooperazione agricola. Nelle 4 Regioni del nord-ovest (Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta e Lombardia) e nell'Emilia-Romagna risultano attive il 28% delle cooperative italiane e viene generato il 48% del fatturato nazionale. Un ruolo rilevante spetta all'Emilia-Romagna che da sola apporta il 73% della ricchezza prodotta dalla cooperazione nella macroarea esaminata, precisa il rapporto. I dati sono stati illustrati nel corso di un incontro, organizzato nella sede di Confcooperative Emilia Romagna, che rientra nel quadro di un ciclo di iniziative concordate con il Mipaaf per la divulgazione delle attività dell'osservatorio della cooperazione agricola, costituito dalle organizzazioni Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare, Agci-Agrital, Unci e Unicoop. Durante l'incontro è stato evidenziato il rapporto molto solido che lega le cooperative ai soci conferitori. "Gli approvvigionamenti di materia prima agricola - ha spiegato Ersilia di Tullio, coordinatrice dell'osservatorio cooperazione per Nomisma - avvengono in un ambito territoriale di scala prevalentemente locale (71%), mentre la provenienza estera riguarda solo una quota limitata di materia prima (3%). Un elemento questo che offre solide garanzie sul modello produttivo cooperativo quale canale privilegiato di valorizzazione della produzione agricola del Paese. Un ruolo che viene svolto con maggiore incisività nel Nord del Paese, dove la materia prima valorizzata dalla cooperazione incide per il 57% sul valore della produzione agricola locale, contro un dato medio nazionale pari al 36%".


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