“Legacoop per il Mezzogiorno: innovare per crescere”, presentati i progetti per lo sviluppo e la promozione di nuove cooperative nel Mezzogiorno

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Una rete del turismo responsabile per la valorizzazione del patrimonio artistico e monumentale; un progetto Energia/ambiente per la promozione di sistemi integrati energetici, la riduzione dei consumi e la produzione di energie rinnovabili; una filiera per la riorganizzazione produttiva e commercializzazione dell’olio di oliva. E, inoltre, la creazione di una rete di asili nido e di servizi integrativi per l’infanzia, di una rete del benessere e l’attivazione di servizi culturali per l’integrazione degli extracomunitari. Sono questi i campi di intervento prioritari del “Progetto Sud”, promosso da Legacoop con il sostegno del fondo di promozione Coopfond, presentato nel corso del convegno “Legacoop per il Mezzogiorno: innovare per crescere”, svoltosi il 14 dicembre a Roma, presso la sede di Legacoop. Un confronto con rappresentanti del Governo, del Parlamento Europeo, della Banca d’Italia, dello Svimez e della Fondazione per il Sud “per definire ed implementare ulteriormente l’azione di Legacoop e focalizzare le problematiche e le iniziative per lo sviluppo del Mezzogiorno nel contesto del superamento della crisi e nella prospettiva del federalismo” come ha sottolineato il vicepresidente vicario di Legacoop, Giorgio Bertinelli, introducendo i lavori. Oltre alla relazione introduttiva di Giorgio Gemelli, Vicepresidente di Legacoop e Responsabile dell’Osservatorio Sud dell’organizzazione, i lavori sono stati introdotti dalle comunicazioni di Alfredo Morabito, Direttore Promozione Attiva di Coopfond,
(“Dall’analisi all’azione: i progetti Legacoop per il Mezzogiorno e le testimonianze dei protagonisti”) e di Mauro Gori, Responsabile attività Economico-Finanziarie di Legacoop )“I problemi del credito e la rete degli strumenti finanziari Legacoop”).
Il Progetto di Legacoop per il Sud si prefigge il consolidamento e lo sviluppo delle cooperative esistenti e la promozione di nuove, puntando sulla capacità di mettere in rete, integrare e creare sinergie fra le imprese, le risorse e le competenze e le realtà imprenditoriali presenti e disponibili nelle cooperative
aderenti, nelle sue strutture organizzative, negli strumenti realizzati. “Abbiamo messo a disposizione la forza del sistema a rete Legacoop” -ha spiegato Giorgio Gemelli, - “sia attraverso gli strumenti progettuali e finanziari, sia attraverso la capacità di trasferimento di know-how, sia attraverso un’azione di coordinamento forte. Abbiamo considerato le migliori esperienze presenti nel Mezzogiorno come realtà in grado di trainare lo sviluppo della cooperazione piccola e media e di essere attrattiva per coloro che vogliono fare nuova impresa (giovani, professionisti, piccoli imprenditori che vogliono crescere)”.

La cooperazione Legacoop nel sud. Una complessiva capacità di tenuta, con punte di eccellenza
Le imprese cooperative di Legacoop attive nelle regioni meridionali hanno dimostrato una complessiva capacità di tenuta nonostante le difficoltà; quelle di maggiori dimensioni hanno registrato risultati significativi in termini di fatturato, di occupazione e di reputazione, con eccellenze in alcuni comparti. Come emerge dal lavoro di analisi effettuato da Coopfond su 2.365 cooperative che hanno presentato il bilancio triennale, il valore della produzione di 2.721 milioni di euro ha messo in luce una crescita del 17,8% nel triennio 2006/2008, inferiore del 2% rispetto alla crescita del valore medio nazionale. Si è manifestata una minore consistenza patrimoniale rispetto alla cooperazione nazionale causata soprattutto dalla frantumazione del sistema dell’offerta. Le imprese cooperative sono infatti prevalentemente di dimensione medio piccola, ma comunque superiore alla media delle altre imprese del Sud. Esistono altresì alcune cooperative di maggiori dimensioni, che manifestano apprezzabili andamenti imprenditoriali. Infatti nell’analisi del triennio 2006-2008, predisposta dal Centro Studi Legacoop per il segmento delle 45 cooperative con oltre 10 milioni di euro di valore della produzione, si evidenzia una crescita del valore della produzione del 21,7%, soprattutto nella cooperazione sociale (+45,6%) e in quella agroalimentare (+24,8%). In quest’ultimo settore aumentano anche le esportazioni (+20,8%). Altra nota positiva è quella relativa all’andamento dell’occupazione, che si incrementa nel periodo considerato del 15%, crescita che a livello settoriale ha riguardato soprattutto la cooperazione sociale (+36,4%), il settore dei servizi (+19,3%) e l’agroalimentare (+15,5%). Ben il 91,2% del profitto totale prodotto (pari a € 5,6 mil.) rimane nelle cooperative come incremento delle riserve, privilegiando il rafforzamento
dell’impresa piuttosto che la distribuzione individuale.
“La presenza di alcune best practice” -ha detto Gemelli “dimostra che il consolidamento e la crescita delle imprese cooperative è possibile anche nel Mezzogiorno. Una presenza cooperativa autoctona che rappresenta un pezzo del Sud che non si arrende, che si impegna per costruire ricchezza ed occupazione, frutto della scelta di migliaia di soci e della loro organizzazione”. A tale proposito, Gemelli ha ricordato, solo a titolo di esempio, l’inserimento di 3 cooperative meridionali associate a Legacoop (Gasman, Internazionale e CEMS) nella lista delle 12 imprese candidate al conferimento del Premio Demattè, indetto dall’AIFI, tra le migliori operazioni di rientro di capitale di rischio di terzi a fronte di programmi di sviluppo.

Il rafforzamento della cooperazione esistente

Per rafforzare l’ imprenditoria cooperativa nel Sud, Legacoop ha predisposto una serie di strumenti dedicati: una rete di strumenti finanziari propri e, a seguito di partnership con importanti gruppi bancari, un pacchetto di prodotti in convenzione di particolare interesse; un servizio di assistenza e consulenza gestionale alle reti cooperative con servizi tecnici, informazioni e consulenze specialistiche per fisco, lavoro, sicurezza, ambiente, controllo di gestione; un’attività di promozione di giovani professionalità nel mondo cooperativo attraverso borse di studio annuali finalizzate alla promozione ed ai servizi a favore della cooperazione meridionale nei settori dell’agroalimentare, del lavoro e dei servizi. Senza dimenticare l’impegno che Legacoop persegue da parecchi anni per la lotta alla criminalità organizzata che si esprime non solo nella coerenza delle azioni di contrasto alle mafie anche a fronte di gravi intimidazioni, ma anche nel pluriennale sostegno alle cooperative che operano su terreni confiscati alle mafie, con un impegno rilevante in termini di risorse finanziarie erogate e di commercializzazione delle produzioni nella rete della grande distribuzione cooperativa. “Nel Sud”- ha aggiunto Gemelli- “c’è una società in movimento, con tendenze spontanee, ancora limitate a particolari territori e a specifici comparti socio economici, foriere di possibilità di sviluppo. Ma queste tendenze non sembrano da sole in grado di innescare quei meccanismi che favoriscono il cambiamento, l’innovazione e la massa critica necessari; un’innovazione che è innanzitutto nel metodo e negli atteggiamenti, è culturale e valoriale. Lo sviluppo del Sud parte dal Sud, dalle sue forze e dalle sue risorse, dal protagonismo e dall’impegno della società meridionale e delle sue classi dirigenti in un confronto solidale con le altre aree del Paese”.

Il Piano Sud: un passo avanti,ma occorre potenziare sia il sistema delle imprese che l’infrastrutturazione sociale
Una situazione, quella del Sud, che sconta la perdurante assenza di politiche nazionali strutturali di lungo periodo. “Rispetto a questa carenza” -ha detto ancora Gemelli- “il Piano Sud elaborato dal Ministro alla coesione territoriale e approvato dal Governo il 26 Novembre esprime, in ragione degli obiettivi indicati, una visione dei problemi del Mezzogiorno attenta al tema della carenza di infrastrutture di trasporto, e a quelli complessivi dello sviluppo economico e sociale”.
Dopo aver sottolineato la mancanza di risorse aggiuntive ed aver espresso un giudizio positivo sul rafforzamento del coordinamento istituzionale, Gemelli ha comunque raccomandato di evitare il rischio di una nuova centralizzazione tecnocratica delle risorse e delle sedi decisionali. “Pur accogliendo con favore l’indicazione di attivare a breve la riforma degli incentivi all’investimento per le PMI” -ha concluso Gemelli- “non si può non sottolineare che un progetto strategico per il Mezzogiorno debba basarsi, prioritariamente, sul potenziamento del sistema delle imprese e della infrastrutturazione
sociale, investendo di più sulle giovani generazioni”.

Tavola Rotonda - “Le politiche del mezzogiorno ed il ruolo della cooperazione”
Sintesi degli interventi

Gianni Pittella,Vicepresidente del Parlamento Europeo - contributo video
Sono certo che questo appuntamento darà un contributo importante al dibattito in corso sul Mezzogiorno. Colmare il gap rispetto alle aree più sviluppate dell’Unione Europea, significa anzitutto mettere in campo, finalmente, un serio progetto di politica industriale per il Sud. Investimenti pubblici, attrazione di capitali internazionali, infrastrutture, reti, sostegno alla conoscenza ed alle politiche di trasferimento tecnologico, valorizzazione dell’enorme capitale culturale, naturale e artistico delle nostre regioni. L’Europa, su questo terreno, può essere un alleato prezioso grazie ad un sistema di opportunità e strategie che, se colte, possono rappresentare un vero volano per lo sviluppo. Investire sulla conoscenza, sui servizi, su un’economia di qualità, sulla crescita sostenibile, sul terziario avanzato, sulla formazione significa mettere al centro di una politica per il Mezzogiorno le tante risorse del sistema cooperativo. In una logica sussidiaria e volta alla costruzione di poteri pubblici leggeri e regolatori - non invasivi ed inefficienti, inutilmente pletorici - il contributo del movimento cooperativo risulta essere prezioso e decisivo. Dalle Reti di Impresa alla qualificazione del capitale sociale, tanti sono i possibili ambiti che una moderna economia può aprire alle vostre attività. Attività rette da una tensione etica, tra l’altro, che avrebbe tanto giovato in questi anni e che ci avrebbe consentito, se diffusa anche in altri ambiti, di evitare le drammatiche crisi finanziarie che hanno prodotto guasti a lungo periodo - sul decisivo tema della fiducia - oggi di difficile ricomposizione. Sono certo che questi temi saranno al centro dei vostri lavori, a cui formulo i miei migliori auguri.

Raffaele Fitto, Ministro per i Rapporti con le Regioni e per la Coesione Territoriale
L’approvazione del “Piano nazionale per il sud” è il punto di partenza”, –ha spiegato Raffaele Fitto nel suo intervento- “ed è necessario che la sua attuazione avvenga in tempi e modalità certe”. “Il Documento delle parti sociali”, -ha sottolineato- “rappresenta la volontà di un confronto costante per strutturare una cabina di regia condivisa”. Gli elementi attraverso i quali lavorare, ha spiegato il Ministro, sono: il Decreto ministeriale per l’attuazione della Perequazione infrastrutturale, la Delibera Cipe, per la ricognizione e l’utilizzo dei fondi Fas, ed un nuovo modello di Governance, che modifichi le caratteristiche e le modalità dell’intero del percorso decisionale, attraverso un contratto istituzionale di sviluppo, che indichi tempi e modalità determinati con potere sostitutivo. “È necessario definire le risorse per le politiche di coesione”, -ha concluso- “e concentrare gli obiettivi strategici, puntando sulle infrastrutture, le linee di alta velocità ferroviarie, il completamento della Banca del Mezzogiorno, con la volontà di lavorare insieme su un terreno complesso, ma stimolante”.

Luigi Cannari, Banca di Italia
“Le difficoltà del Mezzogiorno sono strutturali”, -ha affermato Luigi Cannari della Banca d’Italia- “è un’area in difficoltà con problemi irrisolti, come l’inadeguatezza dei servizi pubblici, i problemi nel creare una impresa dovuti a costi e tempi elevati”. “Inoltre” -ha sottolineato- “nella sanità continuano ad aumentare i fenomeni di migrazione, in ambito giuridico sono lunghissimi i tempi di durata dei procedimenti di cognizione ordinaria e le politiche regionali non sono rivolte nello specifico al recupero dei divari”. “Il ruolo delle politiche nazionali è fondamentale”, -ha spiegato infine Cannari- “e necessario quindi rafforzare i sistema degli incentivi ed il monitoraggio dell’azione pubblica concentrando le risorse sui progetti di maggior rilevanza”.

Adriano Giannolla, Presidente Svimez
“Il Mezzogiorno dovrebbe rappresentare un grande obiettivo ed una grande opportunità per il Paese,” - ha spiegato Adriano Giannolla, Presidente Svimez nel suo intervento -“il cuore del commercio mondiale infatti si è spostato nel Mediterraneo, bisogna quindi” -ha proposto Giannolla- “creare alleanze verticali per questa nuova piattaforma logistica, puntando sulle filiere e riducendo la fiscalità per il recupero della capacità attrattiva”.

Carlo Borgomeo, Presidente Fondazione per il Sud
“È necessario uno sforzo culturale e politico,” –ha spiegato Carlo Borgomeo Presidente Fondazione per il Sud, -“per gestire il dualismo tra Nord e Sud ormai radicato da tempo per un retroterra culturale”. “La coesione sociale ed il capitale umano” -ha sottolineato Borgomeo- “sono le condizioni di base per lo sviluppo, insieme alla lotta contro la mafia ed il lavoro sommerso”. “Il ruolo della cooperazione sociale” -ha affermato infine- “è decisivo per colmare i vuoti dei servizi pubblici e mettere insieme nuovi bisogni e offerta”.

Le conclusioni di Giuliano Poletti, Presidente Legacoop
“Il senso dell’iniziativa di oggi” -ha spiegato Poletti- “è trovare una strada per agire al Sud e risposte concrete per sconfiggere il pericolo di una sorda rassegnazione alla crisi, senza aspettare e lavorando in sintonia con la nuova condizione, con attività diverse su progetti locali, che nascano dal territorio, scommettendo in maniera chiara e dichiarata sulle risorse delle comunità meridionali”. “Le imprese al Sud non crescono dimensionalmente” -ha sottolineato Poletti- “servono quindi strumenti finanziari a sostegno di progetti di sviluppo e prospettive da seguire in sintonia con le politiche pubbliche. “Le cooperative di Legacoop”- ha infine ricordato il Presidente- “hanno deciso di intervenire inoltre con impegno e consapevolezza per contrastare l’illegalità, dando così un contributo importante al lavoro avviato dalle istituzioni su questo terreno”.




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