VINO, MARETTI: DECISIONE DELL'IRLANDA SULLE ETICHETTE E' DI GRANDE RESPONSABILITA'. AVANTI SULLA STRADA DELL'EDUCAZIONE

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18 novembre 2025

Scelta responsabile dell'Irlanda sull'etichettatura alcolici: avanti con una cultura del bere che unisce territori, giovani e filiere produttive

 

  • la Generazione Z associa il vino a condivisione (64%), convivialità (65%) e territorio (51%). Ma emergono anche barriere culturali: il 38% afferma di "non capirci molto", mentre quasi il 60% teme di dire "cose sbagliate". Per il 51%, inoltre, il mondo del vino appare "troppo tecnico" (dati Ipsos Doxa)
  • Cristian Maretti (presidente Legacoop Agroalimentare) "La decisione irlandese di rivedere la normativa sull'etichettatura e' un segnale di grande responsabilità politica. Questa notizia rafforza la nostra convinzione che la strada da seguire non sia il proibizionismo, ma l'educazione"

 

ROMA, 18 novembre 2025 - Legacoop Agroalimentare accoglie con grande favore la conferma della decisione del governo irlandese di rivedere la normativa nazionale sull'etichettatura delle bevande alcoliche, scegliendo di farlo insieme all'Italia e agli altri partner europei. Una scelta che mette da parte iniziative unilaterali che avevano generato forte preoccupazione nel comparto vitivinicolo.

Un risultato importante, sottolineato ieri anche dal ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida.

"La decisione irlandese di rivedere la normativa sull'etichettatura e' un segnale di grande responsabilità politica -commenta il presidente di Legacoop Agroalimentare, Cristian Maretti. "Dimostra che con il dialogo si possono costruire regole equilibrate, capaci di tutelare la salute senza penalizzare culture, territori e filiere strategiche. Il vino non e' un nemico da combattere, ma un patrimonio da valorizzare con intelligenza e consapevolezza".

Per Legacoop Agroalimentare la decisione di Dublino rappresenta un passo avanti fondamentale: l'obiettivo non e' certo ridurre l'informazione al consumatore, ma garantire norme ragionevoli, basate su evidenze scientifiche e in grado di valorizzare il modello mediterraneo, da sempre virtuoso e lontano da approcci proibizionisti che accomunano il vino ad altre bevande alcoliche in modo improprio.

Una linea coerente con quanto la cooperazione sostiene da anni: la risposta non e' la demonizzazione, ma l'educazione culturale al "bere giusto", fondato su consapevolezza, misura personale e qualità.

"Questa notizia rafforza la nostra convinzione che la strada da seguire non sia il proibizionismo, ma l'educazione", aggiunge Maretti. "I dati sulla Generazione Z parlano chiaro: i giovani si avvicinano volentieri al vino, ma cercano strumenti semplici, linguaggi nuovi ed esperienze inclusive. E' una sfida culturale che il Paese deve assumersi. Come cooperazione lavoriamo ogni giorno per rendere il vino accessibile, comprensibile e legato ai territori, senza perdere qualità e autenticita"'.

Giovani e vino: una nuova domanda culturale a cui occorre dare risposta La revisione delle politiche sull'etichettatura arriva in un momento in cui il settore vitivinicolo riflette sul rapporto tra nuove generazioni e consumo del vino. Secondo una recente indagine Ipsos-Doxa, la Generazione Z associa il vino a condivisione (64%), convivialità (65%) e territorio (51%). Ma emergono anche barriere culturali: il 38% afferma di "non capirci molto", mentre quasi il 60% teme di dire "cose sbagliate". Per il 51%, inoltre, il mondo del vino appare "troppo tecnico".

Sono segnali che confermano la necessità, più volte ribadita dalla cooperazione, di riportare il vino nella sua dimensione più autentica e accessibile, lontano dall'immagine del prodotto per pochi esperti. "Il vino - sottolinea Maretti - e' parte della nostra storia e dei nostri territori: deve tornare a essere percepito come un prodotto quotidiano, democratico, vicino alla vita delle persone". Ecco perche' "in questo contesto, la scelta del governo irlandese assume anche un valore simbolico: apre la strada a un modello educativo basato sulla conoscenza e non sul divieto. E' la direzione che Legacoop Agroalimentare indica da tempo: costruire percorsi di educazione culturale, e non di stigma, affinche' i giovani possano conoscere il vino come parte di uno stile di vita equilibrato e non come strumento di sballo".

L'importanza del valore culturale del bere si inserisce nella filosofia che sta dentro il Manifesto della Dieta Mediterranea di Legacoop e rientra nel riconoscimento, che potrebbe arrivare a dicembre, della cucina italiana come patrimonio Unesco. Tutti elementi del mosaico del made in Italy agroalimentare e della sua tradizione a tavola.

Il ruolo delle cooperative: qualità, accessibilità e cultura del bere Negli ultimi anni il sistema cooperativo ha investito in qualità, sostenibilità e valorizzazione territoriale, senza perdere la propria vocazione più autentica: offrire vini eccellenti, ma accessibili e vicini alle persone. Una linea strategica che intercetta pienamente le nuove sensibilità sociali e il modo in cui i giovani si avvicinano al vino: con curiosità, ma anche con il desiderio di esperienze semplici, autentiche, inclusive.

"Le cooperative vitivinicole sono pronte a contribuire a una politica nazionale che valorizzi il modello mediterraneo del bere giusto", prosegue Maretti. "Da tempo investiamo in qualità, sostenibilità e divulgazione culturale. La decisione irlandese ci dà ulteriore fiducia, perche' mostra che un approccio equilibrato e' possibile. Ora serve un fronte europeo stabile per difendere un settore che significa economia, lavoro e identità per migliaia di comunita"'.

Le cooperative lo ripetono: invertire la riduzione dei consumi significa lavorare insieme, imprese, istituzioni e mondo educativo, per restituire al vino il suo "giusto valore". Cultura, convivialità, appartenenza ai territori, libertà di scelta, diversità dei gusti: elementi che oggi tornano centrali anche in vista delle future politiche ministeriali.

 




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