GRANO DURO NEL 2023 ATTESI OLTRE 4 MLN DI TONNELLATE IN AUMENTO DEL 12% GRAZIE A RESE PIU' ALTE
NotizieSono i dati emersi dai DurumDays, l'evento che ha visto oggi a Foggia tutti i protagonisti della filiera riuniti per fare il punto sulle previsioni del grano duro.
Foggia, 17 maggio 2023 - La produzione nazionale di grano duro in Italia dovrebbe attestarsi quest'anno, secondo le previsioni del CREA, sopra i 4 milioni di tonnellate, con un incremento di circa il 12% rispetto alla campagna precedente, dovuto a rese produttive più alte, con una tenuta sostanziale delle superfici. La coltivazione si presenta al momento in buone condizioni nei principali areali cerealicoli; pesa però l'incognita legata all'andamento meteorologico delle prossime settimane che potrebbe compromettere lo stato fitosanitario della coltura, e limitare la produzione finale.
Sono queste le prime stime
produttive del grano duro rese note oggi a Foggia nel corso dell'evento DurumDays
2023, che ogni anno chiama a confronto tutti gli attori della filiera
per fare il punto sulle previsioni della campagna, al quale hanno partecipato i
rappresentanti di Assosementi, Cia - Agricoltori italiani, Confagricoltura,
Copagri, Alleanza Cooperative Agroalimentari, Compag, Italmopa, Unione Italiana
Food e CREA, con Arete' quale partner tecnico e la partecipazione in veste di
sponsor di Syngenta.
Rispetto allo scenario produttivo
mondiale, i dati resi noti da Arete', società di ricerca e consulenza
specializzata nell'agri-food, attestano un sostanziale recupero produttivo nel
corso del 2023 in Nord America (+5% in Canada e + 3% negli Usa), e una crescita
produttiva del 5% in Europa.
La situazione delle scorte iniziali
per la campagna 2023/24 e' al minimo storico e ciò e' un fattore potenzialmente
di supporto ai prezzi rispetto ai livelli correnti. Rispetto ai prezzi, la
campagna 2022/23 e' stata contraddistinta da una riduzione generalizzata dei
prezzi medi rispetto alla precedente (Canada, -19%, Usa -25%, Foggia -15%).
Permangono tuttavia elementi che
possono tornare a mettere in tensione i prezzi. Tra questi: il livello minimo
di scorte, i volumi produttivi effettivi ancora dipendenti dal livello delle
rese (sia in Europa che in Nord America), così come la contrazione del premio
di prezzo del frumento duro rispetto agli altri cereali, frumento tenero e
mais, che aumenta le possibilità di trasmissione di tensioni da un mercato ad
un altro. Inoltre le esportazioni canadesi hanno marciato a ritmi superiori a
quelli necessari per raggiungere gli obiettivi di campagna, lasciando
prefigurare un rallentamento dell'offerta nei prossimi mesi.
In definitiva, permangono numerosi
elementi potenzialmente in grado di rimettere in tensione i prezzi. Servirà
almeno un'altra campagna di produzioni sostenute per riportare i mercati verso
livelli di prezzo antecedenti allo shock del 2021/22.
Dal 2024 scatterà un ulteriore
obbligo per ottenere l'aiuto accoppiato, ovvero quello di utilizzo di seme
certificato. Secondo i dati elaborati dal CREA, le superfici soggette a
controllo per la produzione di seme certificato di grano duro sono aumentate
dell'8,5%, passando da 67.084 ettari del 2022 a 72.784 ettari di quest'anno,
con una lenta, ma costante crescita negli ultimi cinque anni.
Rispetto agli scenari futuri della coltura del grano duro, i
protagonisti della ricerca internazionale riuniti nel Durum Science Workshop
hanno indicato le strategie necessarie per mantenere elevati livelli produttivi
e contrastare l'effetto dei cambiamenti climatici, individuate nelle tecniche
di miglioramento genetico innovative e nello sfruttamento delle interazioni
positive dei microrganismi con la pianta.