FITOFARMACI, ALLEANZA COOPERATIVE "LA STRADA INTRAPRESA E' GIUSTA, MA SERVE PIU' TEMPO PER GOVERNARE I PROCESSI"
NotizieRoma, 23 giugno 2022. "Siamo stati da sempre favorevoli agli obiettivi di sostenibilità e siamo impegnati da oltre venti anni in percorsi di riduzione dell'impatto ambientale delle nostre produzioni, ma riteniamo che tali processi debbano essere governati. Se verranno eliminati alcuni dei principi attivi tra quelli attualmente ammessi per la difesa dei prodotti ortofrutticoli, rischieremo di veder scomparire molte coltivazioni mediterranee, come il basilico, il pesco, il ciliegio, il pero, a meno che non si riescano a trovare soluzioni alternative che mettano i produttori in condizione di continuare a produrre con la stessa qualità e quantità che oggi ci richiedono i consumatori".
Così Davide Vernocchi, Coordinatore
Ortofrutta Alleanza cooperative Agroalimentari, commenta la presentazione del
nuovo regolamento sull'uso sostenibile dei pesticidi da parte della Commissione
Ue.
Secondo Vernocchi, "insieme al calo
produttivo, si assisterà inevitabilmente anche ad un aumento delle importazioni
dai Paesi terzi di prodotti che non posseggono gli stessi requisiti di qualità
e sostenibilità che le produzioni ortofrutticole comunitarie possono vantare.
In qualche modo e' come se l'Europa spostasse il problema fuori dai propri
confini, dal momento che nei paesi extra-Ue continueranno ad essere coltivati
prodotti in maniera poco sostenibile".
Sulla stessa linea Luca Rigotti,
coordinatore Vino Alleanza Cooperative Agroalimentari che commenta: "Siamo
convinti della bontà della strada intrapresa dall'esecutivo comunitario, ma
occorre valutare attentamente le ricadute dell'attuazione dei principi dalla
Farm to fork. Occorre che l'Europa ci dia tempi più lunghi - prosegue Rigotti - e che si dia tempo ad esempio alla ricerca per individuare molecole
ecocompatibili, o che si proceda spediti sulla strada dei vitigni resistenti.
Senza questi percorsi alternativi, si andrà incontro ad un calo della
produttività che impatterà negativamente sulla sostenibilità economica delle
imprese che operano nel comparto vitivinicolo, con un conseguente aumento del
costo finale dei prodotti, che porterà ad accrescere la morsa inflazionistica
sui consumatori e con l'inevitabile apertura dei nostri mercati a prodotti
provenienti da fuori UE".