VINO, DA AUMENTI ENERGIA E MATERIE PRIME EXTRACOSTI DA 1,1 MILIARD DI EURO PER LA FILIERA La guerra cancella 212 milioni di export verso i paesi in conflitto. A rischio depressione anche i principali mercati d'importazione: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Spagna
Vitivinicolo
Roma, 29 marzo 2022 - Extracosti da oltre 1,1 miliardi di euro a causa dell'incremento dei costi dell'energia e delle materie prime: e' questo il conto salato che sta per abbattersi sulla filiera vitivinicola italiana. Una vera tempesta dei prezzi che intaccherà la redditività delle imprese e rischia di comprometterne anche la capacità competitiva sui mercati internazionali (Tab. 1).
Tab. 1 – Stima
dell'impatto sui costi per la produzione di vino (v.a. in mln €, var. % e val.%)
Fatturato
della filiera Vino 2019 (mln €) |
13.400 |
Var.%
nominale del totale produzione 2019-2021 (tutti i settori) |
1,9 |
Fatturato
stimato al 2021 (mln €) |
13.649 |
%
Consumi intermedi al 2018 |
78,4 |
Stima
consumi intermedi della filiera del Vino al 2021 (mln €) |
10.702 |
Var.%
dei costi del prodotto Vino, febbraio 2021-febbraio 2022 |
10,5 |
Valore
assoluto consumi intermedi stimato al 2022 (mln €) |
11.826 |
Differenza
assoluta (mln €) |
1.124 |
Fonte: stima Censis su dati Istat, Ismea
È quanto
emerge dallo studio Censis- Alleanza Cooperative Agroalimentari Vino, La febbre dei costi presentato oggi in conferenza stampa a Roma.
Il fatturato
2021 della filiera e' pari a 13,6 miliardi di euro. Applicando a questo dato la
quota del 78,4% dei consumi intermedi necessari alla produzione, si determina
il valore dei consumi intermedi della filiera in 10,7 miliardi per il 2021. Utilizzando
la variazione dei costi di produzione del prodotto vino fra febbraio 2021 e
febbraio 2022, pari al 10,5%, il valore attuale dei consumi intermedi
raggiungerebbe il livello di 11,8 miliardi di euro.
La
differenza, in termini assoluti, e' pari a 1.124 milioni di euro, che esprime –
commenta Luca Rigotti, Coordinatore Vino di Alleanza Cooperative Agroalimentari
- "un carico aggiuntivo sulla redditività delle imprese che inevitabilmente
andrà a erodere i loro margini, compromettendone anche la loro capacità
competitiva sui mercati internazionali".
Contribuiscono
in modo sostanziale all'incremento dei costi di produzione le componenti dei
prodotti energetici, che hanno fatto segnare tra febbraio 2021 e febbraio 2022
un +31,4% medio annuo, con un incremento dei carburanti pari al 38,3%, quello
dell'energia elettrica del 16,7% e quello dei lubrificanti addirittura del 70%.
Fra i fattori produttivi utilizzati nella coltivazione, fertilizzanti e concimi
hanno visto crescere il livello del 32,3%.
Anche i
materiali impiegati per il confezionamento e l'imballaggio hanno subito aumenti
che inevitabilmente si rifletteranno sul prezzo finale del vino. Fra gennaio
2021 e gennaio 2022 – e quindi al netto degli effetti dovuti allo scoppio della
guerra in Ucraina - il prezzo alla produzione del vetro e' cresciuto dell'8,5% e
quello del sughero del 9,4%. Sono invece compresi fra il 23 e il 30% gli
aumenti relativi alla carta e agli imballaggi (tab. 2).
Tab. 2 -
Prezzi alla produzione di beni industriali utilizzati nella filiera del vino.
Var. % gennaio
2021-gennaio 2022
Prodotti dell'industria |
Var. % |
||
Sughero |
9,0 |
||
Imballaggi in legno |
23,5 |
||
Imballaggi in carta |
24,7 |
||
Carta e cartone |
30,2 |
||
Prodotti in vetro |
8,5 |
||
Fonte: elaborazione Censis
su dati Istat |
|
||
"L'incremento
dei costi dell'energia e dei materiali di produzione testimonia la pesante
situazione a cui da mesi sono sottoposte le imprese vitivinicole - ha
proseguito Rigotti – a cui si aggiunge un serio problema legato alla
reperibilità e all'approvvigionamento dei materiali. È necessario trovare – ha concluso
il Coordinatore settore vitivinicolo dell'Alleanza delle Cooperative – nuovi
strumenti, sulla linea di quelli già emanati dal Governo, per cercare di
mitigare gli effetti della crisi e non perdere ulteriori margini di
competitività. Inoltre, e' necessario ed urgente che l'UE intervenga per mettere
un tetto condiviso al prezzo dell'energia e del gas, valutando la possibilità
di svolgere il ruolo di acquirente unico sul mercato".
Dal lato
della logistica, la filiera del vino si sta già da mesi confrontando con uno
scenario fortemente critico: nel trasporto aereo di merci gli aumenti hanno
superato, in dodici mesi il 20%, mentre nel trasporto marittimo la crescita dei
prezzi dei servizi ha raggiunto, sempre fra inizio 2021 e inizio 2022, il 36,2%.
Export e previsioni FMI
Il Fondo
Monetario Internazionale ha calcolato, poco prima che scoppiasse la guerra in
Ucraina, che lo shock energetico e delle materie prime avrebbe compromesso
l'1,3% del PIl 2022 degli Stati Uniti e della Francia, l'1,5% dell'Area Euro,
fino a raggiungere il 3% per il Regno Unito e quasi il 5% per la Spagna (tab. 3).
La mancata crescita di questi paesi che rappresentano i principali partner
economici della filiera italiana del vino rischia di intaccare gli ottimi
risultati dell'export del prodotto nel 2021, soprattutto se si pensa che
nell'ultimo anno gli Stati Uniti hanno aumentato le importazioni di vino
italiano di oltre diciotto punti percentuali, la Francia del 17,8%, la Spagna
del 17,2% e che nei paesi dell'euro l'export di vino italiano e' cresciuto del
9,9%.
Tab. 3 –L'impatto sul PIL dello shock
energetico e delle materie prime fra i paesi destinatari dell'export di vino
italiano (var. %)
Paesi |
PIL 2022 (Var. %) |
Export vino 2021 (var. % sul 2020) |
Stati Uniti |
-1,3 |
18,4 |
Francia |
-1,3 |
17,8 |
Euro Area |
-1,5 |
9,9 |
Germania |
-2,0 |
5,8 |
Giappone |
-3,0 |
0,7 |
Regno Unito |
-3,1 |
5,1 |
Spagna |
-4,6 |
17,2 |
Fonte: elaborazione Censis su dati Ismea e FMI
Nell'ambito
più circoscritto del vino, per quanto riguarda il vino venduto in Russia - che
nel 2021 aveva richiesto vino italiano per circa 150 milioni di euro, con un
aumento della domanda superiore al 18% - ci sarà sicuramente una rimodulazione
delle vendite dovuta alla difficoltà di pagamenti e transazioni riscontrate
dalla imprese.
Il valore
del vino importato dall'Ucraina e' pari a 55 milioni di euro, un mercato che
aveva orientato la scelta di vino verso i nostri produttori, con un incremento
degli acquisti pari a +30% (tab. 4)
Tab. 4 – L'export di vino in Russia,
Ucraina e Bielorussia messa a repentaglio dalla guerra (v.a. in mln
€, e val.%)
Paesi |
Export vino gen-dic 2021 |
|
v.a. in mln € |
var. % sul 2020 |
|
Russia |
148,9 |
18,4 |
Ucraina |
55,5 |
30,1 |
Bielorussia |
8,2 |
16,1 |
Totale |
212,6 |
|
% sul totale export vino nel 2021 |
3,0 |
Fonte: elaborazione Censis su dati Istat
La febbre dei costi
Fra gennaio
e marzo di quest'anno il prezzo del petrolio e' passato da poco più di 78
dollari a 118, con un incremento del 50,9% in poco più di 60 giorni. Se si
torna a inizio 2021 la variazione e' addirittura del 130,6% (tab. 5). Il gas acquistato in Europa
costava 19 euro per Mwh a gennaio dello scorso anno, per passare dodici mesi
dopo a 78,50 e raggiungere la quota di 132 euro l'11 marzo scorso. Il prezzo
del carbone e' quasi quintuplicato in un poco più di un anno: da 133 dollari per
tonnellata a 681 dollari dei giorni scorsi. Solo fra gennaio e marzo il prezzo
e' quasi triplicato.
Tab. 5 - L'impennata dei prezzi
internazionali di beni energetici dopo lo scoppio della crisi ucraina. Gennaio
2021-marzo 2022 (v.a. e var. %)
Beni energia |
1° gennaio 2021 |
1° gennaio 2022 |
11 marzo 2022 |
Var. % gennaio 2021-marzo 2022 |
Var. % gennaio-marzo 2022 |
Petrolio
($) |
51,22 |
78,25 |
118,11 |
130,6 |
50,9 |
Gas
in Europa (€ per Mwh) |
18,80 |
78,50 |
132,00 |
602,1 |
68,2 |
Gas
negli Stati Uniti (€ per Mwh) |
19,80 |
34,80 |
46,20 |
133,3 |
32,8 |
Carbone
($ per tonnellata) |
133,40 |
242,30 |
681,10 |
410,6 |
181,1 |
Fonte: elaborazione Censis su dati
Ocse
Il quadro che si e' venuto a delineare implica conseguenze
pesanti per le attesa di crescita nel 2022. Nell'ultimo Outlook, l'Ocse ha
stimato che l'effetto combinato dell'aumento dei prezzi di energia e materie
prime fra il 24 febbraio (giorno d'inizio dell'aggressione russa) e il 9 marzo
(giorno di pubblicazione dell'Outlook), e dell'instabilità dell'area porterà a
una caduta della domanda globale dell'1,08%, dell'1,4% fra i paesi dell'Euro e
dello 0,88% negli Stati Uniti, con effetti ora non quantificabili sul lato
degli scambi internazionali e delle esportazioni dei singoli paesi.
In aggiunta, la condizione di "stagflazione", mai più
sperimentata in Occidente dagli anni 70, diverrebbe l'ipotesi più probabile per
descrivere il corso dei prossimi mesi in molti paesi, dato che l'inflazione e
la corsa dei prezzi peserà ulteriormente sulle decisioni di spesa e di
investimento. Come abbiamo già detto la mancata crescita di questi paesi che
rappresentano i principali partner economici della filiera italiana del vino
rischia di intaccare gli ottimi risultati dell'export del prodotto nel 2021.