Convegno 'I beni pubblici e la riforma della Pac': interventi e presentazioni

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“Se i dati dell’ultimo Censimento dell’agricoltura, appena diffusi dall’Istat, danno conto di una vera e propria rivoluzione avvenuta nel settore, occorre, coerentemente, rivoluzionare anche le politiche”. Così ha esordito Giovanni Luppi, Presidente di Legacoop Agroalimentare, nel concludere i lavori del convegno “I beni pubblici e la riforma della Pac”, organizzato a Roma, presso la Sala Basevi di Legacoop, dall’Associazione Bartola e da Legacoop Agroalimentare. “Se, nell’ultimo decennio, le aziende agricole sono diminuite del 30% e se, di 1,6 milioni di aziende, solo 350-400mila possono essere definite imprese orientate al mercato che producono l’80 per cento dell’agroalimentare italiano, mentre le restanti sono altro - ha detto Luppi - occorrono politiche diversificate, finalizzate a sostenere le esigenze, spesso contrapposte, di entrambi. Se questa è la geografia del settore, è lecito chiedersi se è ancora valido l’assioma che l’agricoltore produce contemporaneamente alimenti e cura del territorio”. Forse è arrivato il momento di dire che, come per l’agroalimentare occorrono imprese orientate al mercato in grado di produrre per esso, altrettanto occorrono imprese che sappiano “produrre” quei beni pubblici, intesi come territorio, biodiversità, assetti idrogeologici, paesaggio, richiesti e sempre più reclamati dai cittadini consumatori, che chiedono sicurezze, alimentari e ambientali, in cambio del sostegno, come contribuenti, alla Politica agricola comune”.

“Le cooperative agroforestali, che sono 127 più 7 consorzi aderenti a Legacoop, con circa 2mila addetti e 150 milioni di fatturato e riconosciute, pur senza terra, dalla legge di Orientamento del 2001 come “imprese agricole”, - ha sostenuto Teodoro Bolognini, responsabile del settore Silvicoltura di Legacoop Agroalimentare, nel suo intervento di apertura - sono “produttori di beni pubblici” in quanto producono sistemazioni agro-forestali, assetti idrogelogici, ambiente, sviluppando lavoro ed occupazione nelle aree più marginali del Paese. Occorre che questa realtà venga valorizzata nella nuova Pac e, a questo fine,  adeguatamente rappresentata al Tavolo dell’Alleanza Cooperativa Italiana perché rappresenta un esempio di buone pratiche da preservare e valorizzare come contributo che la cooperazione può dare ad un problema generale, quello della cura del territorio come la più grande opera infrastrutturale di cui il Paese ha bisogno, premessa e parte integrante della ripresa economica, base del rilancio del made in Italy alimentare e turistico-culturale”.

Il presidente Luppi ha poi affidato a momenti di ulteriore approfondimento, con il necessario supporto scientifico dell’Associazione Bartola, l’affinamento di una proposta, la più chiara possibile, supportata anche da progetti concreti come quello delle “Cooperative di Comunità”, varato da Legacoop, da inoltrare alla politica, al Governo, all’Unione europea, anche tramite le organizzazioni di rappresentanza, Copa – Cogeca e Cese, forti della convinzione che la valorizzazione delle cooperative agroforestali darà un contributo agli interessi generali del Paese.

In allegato l'intervento di apertira di Teodoro Bolognini, e il link per scaricare le altre presentazioni.

Apertura Bolognini

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